lunedì 12 aprile 2010

Oltre al global warming...

Nel suo articolo "Limiti per un pianeta sano", comparso sul numero di Aprile de Le Scienze, Jonathan Foley, direttore dell'Institute of Environment dell'Università del Minnesota, elenca in modo conciso i principali processi ambientali che l'intervento antropico sta irrimediabilmente alterando (o ha già alterato) e che potrebbero scatenare crisi ambientali globali e minacciare la sopravvivenza stessa della specie umana.

Al di là del concetto di punto di non ritorno, che ha suscitato un acceso dibattito, è a mio parere molto interessante la tabella in cui sono elencate le conseguenze dell'alterazione di questi processi. Riguardo ad esse c'è un generale accordo e la tabella riassume efficacemente la gravità della situazione. Come appare subito chiaro, tale scenario è ben diverso da quello presentato dai media all'opinione pubblica, concentrato quasi esclusivamente sul problema del cambiamento climatico e, in misura minore, su quello della perdita di biodiversità.

  • Perdita di biodiversità --> collasso degli ecosistemi terrestri e marini

  • Ciclo dell'azoto --> espansione delle zone morte in laghi e mari

  • Ciclo del fosforo --> alterazione delle catene alimentari marine

  • Cambiamento climatico --> scioglimento di ghiacciai e poli; alterazioni climatiche locali

  • Uso del suolo --> collasso dei biomi

  • Acidificazione degli oceani --> morte di microrganismi e coralli; riduzione dell'assorbimento del carbonio

  • Consumo di acqua dolce --> danni a vegetazione e colture

  • Riduzione dell'ozono della stratosfera --> danni da radiazione su umani, animali e piante


Ogni voce meriterebbe un approfondimento, ma già l'elenco dà una vaga idea dei rischi a cui la nostra civiltà sta andando incontro. Il Tè del Cappellaio Matto non durerà per sempre, presto o tardi le tazzine finiranno.

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