L'autore, Poul Anderson, scomparso nel 2001, è stato uno dei più importanti scrittori di fantascienza e fantasy degli Stati Uniti. Laureato in fisica, presidente dell'associazione statunitense degli scrittori di fantasy e fantascienza a partire dal 1972, vincitore di 7 premi Hugo, 3 premi Nebula ed altri importanti riconoscimenti, ha scritto tanti e tali opere che è impossibile elencarle senza dimenticarsene qualcuna. Tra di esse vi sono alcune pietre miliari della letteratura fantasy e di fantascienza.
La cosa interessante è che fino a due mesi fa non ne avevo mai sentito parlare.
La cosa ancora più interessante è che se cercate i suoi libri nelle librerie italiane scoprirete che sono tutti fuori catalogo, a parte un paio di genere fantasy (Tau Zero l'ho dovuto acquistare su Ebay).
Questo la dice lunga sullo stato dell'editoria e del modo in cui stanno venendo condizionati i lettori in Italia, ma oggi non voglio tediarvi ripetendo sempre le solite cose, quindi vi parlerò solo del romanzo.
La trama di Tau Zero è estremamente semplice ed incredibilmente affascinante e si basa sulla teoria della relatività speciale (o ristretta).
Come tutti sanno la teoria einsteiniana pone un limite invalicabile alla velocità di qualsiasi oggetto dell'Universo: questo limite è rappresentato dalla velocità della luce c. A velocità relativistiche (cioè vicine a c), le leggi della meccanica classica newtoniana perdono di validità e molti fatti che diamo per scontati, come ad esempio la simultaneità, non sono più veri.
Una delle principali conseguenze della relatività ristretta, fondamentale per la comprensione del romanzo, è che, in un sistema in movimento con velocità v, il tempo subisce una dilatazione rispetto ad un sistema "stazionario" di un fattore 1/τ, dove τ (tau) è uguale a
Più la velocità si avvicina a quella della luce (quindi più τ si avvicina a 0), più gli effetti di dilatazione dei tempi diventano significativi.
Ipotizziamo, ad esempio, che una nave spaziale parta dalla Terra ad una velocità pari a 0,9 c, cioè nove decimi della velocità della luce. Per ogni giorno trascorso a bordo della nave, sulla Terra trascorrerebbero più di due giorni. Se la nave si dirigesse verso una stella distante 9 anni-luce e, appena arrivata, invertisse la rotta per fare ritorno sulla Terra, dal punto di vista di un osservatore rimasto a casa impiegherebbe esattamente 20 anni a compiere il viaggio, ma sulla nave passerebbero poco meno di 9 anni.
Se la velocità della nave aumentasse ulteriormente, gli effetti di dilatazione diventerebbero sempre più marcati. A 0,999999 c ogni giorno sulla nave corrisponderebbe a più di 2 anni sulla Terra. Se continuasse ad accelerare fino a 0,99999999999999 c, ogni giorno a bordo corrisponderebbe a 20000 anni terrestri. Chiaro, no?
Basandosi su questi presupposti, Anderson costruisce il suo romanzo.
In un futuro prossimo, l'astronave interstellare Leonora Christine, con il suo carico umano a bordo, parte alla volta del terzo pianeta della stella Beta Virginis per fondare una nuova colonia. La stella dista dalla Terra più di 50 anni-luce, ma, grazie alla capacità della nave di accelerare fino ad una frazione significativa della velocità della luce, il tempo soggettivo che deve trascorrere è di soli pochi anni.
A metà del viaggio accade però un fatto imprevedibile: l'astronave si scontra con una nebulosa non segnata sulle mappe interplanetarie. Sebbene la nave ed il suo equipaggio sopravvivano all'impatto, i sistemi di decelerazione vengono irrimediabilmente danneggiati.
L'astronave è così costretta a proseguire la sua folle corsa, a velocità sempre più prossime a quella della luce.
Mentre all'interno della nave trascorrono settimane e mesi, il cosmo attraverso cui sfreccia la Leonora Christine evolve ad un ritmo esponenziale. I soli muoiono, le galassie invecchiano, la Terra e l'umanità sono sempre più lontane nello spazio e nel tempo e gli uomini dell'equipaggio si trovano a fronteggiare l'incommensurabilità dell'Universo e un inevitabile nichilismo.
L'astronave prosegue il suo viaggio. Chiusi nella loro prigione di metallo, condannati in apparenza a vagare in un Universo sempre più buio ed alieno fino alla fine del tempo come naufraghi, gli uomini a bordo della nave non si abbandonano alla disperazione e si adoperano con ogni mezzo per sopravvivere e trovare il modo di approdare ad una nuova casa, dove far rinascere la civiltà umana.
Ci riusciranno? Per saperlo non vi resta altro da fare che mettervi a leggere!
Se la velocità della nave aumentasse ulteriormente, gli effetti di dilatazione diventerebbero sempre più marcati. A 0,999999 c ogni giorno sulla nave corrisponderebbe a più di 2 anni sulla Terra. Se continuasse ad accelerare fino a 0,99999999999999 c, ogni giorno a bordo corrisponderebbe a 20000 anni terrestri. Chiaro, no?
Basandosi su questi presupposti, Anderson costruisce il suo romanzo.
In un futuro prossimo, l'astronave interstellare Leonora Christine, con il suo carico umano a bordo, parte alla volta del terzo pianeta della stella Beta Virginis per fondare una nuova colonia. La stella dista dalla Terra più di 50 anni-luce, ma, grazie alla capacità della nave di accelerare fino ad una frazione significativa della velocità della luce, il tempo soggettivo che deve trascorrere è di soli pochi anni.
A metà del viaggio accade però un fatto imprevedibile: l'astronave si scontra con una nebulosa non segnata sulle mappe interplanetarie. Sebbene la nave ed il suo equipaggio sopravvivano all'impatto, i sistemi di decelerazione vengono irrimediabilmente danneggiati.
L'astronave è così costretta a proseguire la sua folle corsa, a velocità sempre più prossime a quella della luce.
Mentre all'interno della nave trascorrono settimane e mesi, il cosmo attraverso cui sfreccia la Leonora Christine evolve ad un ritmo esponenziale. I soli muoiono, le galassie invecchiano, la Terra e l'umanità sono sempre più lontane nello spazio e nel tempo e gli uomini dell'equipaggio si trovano a fronteggiare l'incommensurabilità dell'Universo e un inevitabile nichilismo.
L'astronave prosegue il suo viaggio. Chiusi nella loro prigione di metallo, condannati in apparenza a vagare in un Universo sempre più buio ed alieno fino alla fine del tempo come naufraghi, gli uomini a bordo della nave non si abbandonano alla disperazione e si adoperano con ogni mezzo per sopravvivere e trovare il modo di approdare ad una nuova casa, dove far rinascere la civiltà umana.
Ci riusciranno? Per saperlo non vi resta altro da fare che mettervi a leggere!
6 commenti:
Ma la formula è corretta o è inventata? Ma il libro si troverà in libreria? E, soprattutto, come è possibile che un romanzo del genere sia stato pubblicato? ^^
Lo cercherò sicuramente, grazie!
Simone
La formula è corretta (se c'è qualche fisico di passaggio lo inviterei a confermare, non vorrei scrivere scempiaggini), anche se a dir la verità non l'ho mai sentita chiamare "fattore tau"! Più corretto sarebbe stato chiamare il suo inverso "fattore di Lorentz", ma così il titolo del romanzo sarebbe diventato "fattore di Lorentz alla meno uno zero"... ^_^
Uhm... In libreria la vedo dura! Tempo fa un commesso della Mondadori mi ha detto che era in ristampa, ma non ha precisato quando! E' più facile trovarlo in biblioteca o su Ebay come ho fatto io.
Di sicuro il romanzo sarebbe stato bene nella tua rubrica "non mi pubblicherebbero"! Figurati che in quasi tutti i capitoli ci sono dei paragrafi di puro infodump per spiegare la situazione dell'astronave nel suo viaggio interstellare e (fatto inaudito) ad un certo punto appare pure quella formula matematica! Per non parlare delle note a piè di pagina.
Ahah... mi sa che è un po' un mattone come libro ^^.
Simone
Lo cerco subito.
Non riuscirò a leggerlo prima di quest'estate, ma va benissimo.
Grazie della segnalazione.
letto durante le ultime feste... altro che mattone, mi ha preso moltissimo e me lo sono divorato in due giorni... OTTIMO LIBRO
e invecchia bene, la teoria dello sviluppo dell'universo adottata da Anderson nel 1970 è tutto sommato ancora attuale, dopo che qualche anno c'erano state nuove teorie ma ad oggi sono ancora molto controverse.
La mia copia l'ho trovata su una bancarella a Bracciano dove sono passato mesi fa (!)
noooooo. lo voglio (versione italiana chiaramente...)
Posta un commento