giovedì 24 settembre 2009

Notturno di Isaac Asimov

Lagash. Un mondo illuminato da sei soli, in cui non è mai calata la notte e nessuno ha mai visto le stelle. Secondo i calcoli degli scienziati e la profezia contenuta nel Libro delle Rivelazioni, solo una volta ogni 2500 anni sul pianeta cala la Grande Oscurità a cui segue la fine della civiltà e un nuovo inizio.
Quel momento è ormai prossimo.
Chiusi in un osservatorio, un gruppo di scienziati, uno psicologo e un giornalista attendono che Beta, l'ultimo sole di Lagash, scompaia dal cielo. Cosa accadrà quando l'ultimo barlume di luce scomparirà e brilleranno le stelle? Perchè le civiltà di Lagash cadono e rinascono ogni volta che si compie il ciclo? Cos'è il fuoco che piove dal cielo di cui parla la profezia?

Isaac Asimov scrisse "Notturno" (Nightfall, 1941) all'età di 21 anni. In seguito disse che nessuno prima di lui aveva mai scritto niente di simile e nessuno dopo di lui potrà fare altrettanto. Da molti questo racconto breve è considerato il migliore dello scienziato-scrittore e una delle pietre miliari della fantascienza. Ritengo che etichettare un racconto come migliore sia un giudizio sterile e poco significativo, ma "Notturno" è senza dubbio un capolavoro, che mi ha tenuto incollato alle pagine dall'inizio alla fine.

Come reagirebbe una civiltà se scoprisse all'improvviso la vastità incommensurabile del cosmo? Se gli abitanti di un pianeta si accorgessero da un momento all'altro di essere solo un tassello insignificante dell'universo? Questa è la domanda a cui Asimov cerca di rispondere in "Notturno"; la risposta, inquietante e sicuro spunto di riflessione, è contenuta nel racconto.

"Notturno" è inserito nella raccolta "Il Meglio di Asimov", disponibile presso Oscar Mondadori. Nel libro è presente un altro famosissimo racconto dello scrittore, "L'ultima domanda", di cui parlerò appena ci arriverò!

2 commenti:

CyberLuke ha detto...

Lessi "Notturno" anni e anni fa, incuriosito dal gran dire attorno questo racconto... e poi lo rilessi anni più tardi, convinto che da piccolo mi fossi perso qualcosa.
Ora è un bel po' che non lo rileggo, ma tuttora non mi sembra una delle cose migliori del buon vecchio Isaac,

Mr. Lunastorta ha detto...

Io dopo averlo letto ho potuto meglio apprezzare la parodia di D. Adams in "La vita, l'Universo e tutto quanto", in cui gli abitanti del pianeta Krikkit, ignari dell'esistenza dell'Universo a causa di nube di polvere che circonda il loro pianeta, dopo aver ammirato per la prima volta lo splendore e la gloria del cosmo... decidono di distruggerlo! ^_^

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