Un'unica domanda, rivolta, in diverse epoche, ad un computer sempre più perfezionato e potente (oggi lo chiameremmo intelligenza artificiale): come invertire la seconda legge della termodinamica, come ridurre l'entropia del cosmo, come far avvampare nuovamente le stelle dalle loro stesse ceneri in modo da consentire all'umanità di sopravvivere in eterno?
Isaac Asimov scrisse "L'ultima domanda" (The last question) negli anni '50, quando i calcolatori erano macchine che occupavano interi palazzi e sul destino ultimo dell'universo si potevano fare solo speculazioni, ma nonostante ciò il racconto conserva un incredibile fascino ed è giustamente considerato una delle migliori storie di fantascienza mai scritte.
Allo stato attuale della ricerca fisica e cosmologica, il "Big Freeze", ovvero un cosmo prossimo allo zero assoluto, buio e in cui rade particelle elementari viaggiano separate da distanze incommensurabili, sembra l'ipotesi più probabile per il destino ultimo dell'universo. E' probabile che nessun essere umano vivente debba affrontare questo futuro, nemmeno se le profezie più esotiche di Ray Kurzweil si dovessero avverare. Ma per quanto questo orizzonte sia distante eoni dalla nostra epoca e le sfide che l'umanità deve affrontare oggi siano altre, l'importanza filosofica della domanda non è da poco. La vita è destinata da estinguersi per l'eternità? Non c'è modo di sfuggire al grande freddo?
Multivac, il primo calcolatore a cui viene rivolta la domanda, ed i suoi successori, che per miliardi di anni cercheranno di trovare la risposta, alla fine la troveranno. Per scoprirla non dovete fare altro che leggere il racconto!
Lo trovate nella raccolta "Il meglio di Asimov", edita da Mondadori, oppure nello scaffale fantascienza della mia libreria.
3 commenti:
Questi racconti me li sono letti tutti da ragazzino... ma questo proprio non me lo ricordo! Ma è quello che finisce tipo (per non spoilerare) con una specie di riferimento biblico?
Ciao!
Simone
Sìsì è proprio quello!
Niente spoiler! ;-)
Incredibile... ero sicuro fosse un racconto di Frederic Brown.
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