mercoledì 13 maggio 2009

Musica, matematica e Dio

Mi capita spesso di provare disgusto per la razza umana. Quando vedo la natura maltrattata, il pianeta spremuto come un agrume, gli uomini che si ammazzano per futili motivi, vorrei davvero che qualche catastrofe ci spazzasse tutti via, restituendo la Terra all'evoluzione biologica in attesa che dalle nostre ceneri sorga una razza di esseri pensanti migliori di noi.

Poi però mi capita di pensare a quali altezze vertiginose, di tanto in tanto, l'umano ingegno sia capace di raggiungere. Penso a Mozart, a Beethoven, a Vivaldi, ad Elvis (a Marco Carta decisamente no). Non è vero che sguazziamo sempre nel fango. Siamo anche capaci di creazioni meravigliose e una di queste, l'avrete ormai capito, è la musica.

La musica è una delle più eccelse opere dell'uomo. Essa è capace di far vibrare le nostre corde più profonde, di emozionarci, di renderci tristi, allegri, riflessivi, esaltati, eccitati, di catapultarci in mondi magici, di creare visioni.

Alcuni delle più belle immagini della letteratura e del cinema sono ispirate alla musica.
Mi vengono in mente le Cronache di Narnia, quando il leone Aslan crea il mondo e tutti gli esseri viventi cantando una melodia meravigliosa, oppure gli alieni di Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, che proprio con la musica stabiliscono il primo contatto con gli uomini.
E i musical? E le colonne sonore? Il cinema stesso senza musica non esisterebbe! Cosa sarebbe Star Wars senza la Marcia Imperiale? DUM DUM DUM DUDUDUM DUDUDUM. Per non parlare dell'opera lirica.

E che dire della religione? Gli antichi pensavano che le sfere celesti, girando, producessero una musica soave. L'attributo divino della musica caratterizza tutte le culture e le civiltà. La musica è il linguaggio per comunicare con Dio: basta pensare ai canti gregoriani o ai mantra induisti. La musica è capace di elevarci al di sopra della contingenza e della bassezza della nostra carne, verso un regno più spirituale.

Quale terribile perdita sarebbe un mondo senza musica! Se noi scomparissimo, l'Universo perderebbe qualcosa di stupendo ed inimitabile, anche se in tutto il cosmo fossimo i soli ad ascoltarla e a comprenderla!

Nello spazio, verso stelle lontane, dovremmo sparare, sulla cresta delle onde elettromagnetiche, le sinfonie di Mozart! Così, se un giorno dovessimo scomparire, il nostro ricordo continuerebbe a viaggiare per milioni di anni luce fino a raggiungere qualcuno capace di captarlo. E se questa intelligenza aliena fosse capace di comprendere il messaggio che le arriva, quale firma meravigliosa lasceremmo, noi litigiosi, meschini, animaleschi esseri umani nel cosmo.

Parlando di alieni mi è sorta una domanda: qualcun altro nel cosmo sa cosa sia la musica?
O, meglio ancora, essa è propria dell'uomo o esiste già in natura? Domanda bizzarra, dite voi?

Ma non c'è forse musica nel mondo inanimato? Il ticchettio della pioggia, il rombo del tuono, lo sciacquio delle onde, il vento che soffia...
La musica non è espressione della vita? Il canto degli uccelli, l'ululato dei lupi, il richiamo delle balene...
Forse noi umani abbiamo semplicemente preso qualcosa che esiste già, perfezionandolo, rendendolo sublime.

Fin dall'antichità si studia il rapporto tra la musica e la matematica, i primi a farlo furono i pitagorici. Christoph Mizler, un allievo di Bach, diceva che "la musica è il suono della matematica". E dato che la matematica è la chiave di comprensione della natura e dell'Universo, la musica diventa espressione universale di questa armonia.

Forse sono andato troppo oltre, ma... Dio e la matematica. La matematica e la musica. Dio e la musica. Mi piace pensare alla musica come al riverbero del canto divino che ha dato vita al cosmo; un po' come l'AUM, il suono primordiale da cui, secondo gli indù, è scaturita la creazione, la quale è manifestazione stessa di questo suono. Noi umani, che del creato facciamo parte, partecipiamo con la musica a questa divinità immanente.

Soli deo gloria, unicamente per la gloria di Dio, questo era il motto che Bach inseriva alla fine di ogni sua cantata sacra. Citando Piergiorgio Odifreddi, egli doveva aver capito che, se la matematica è il linguaggio che si parla in Paradiso, canoni e fughe devono essere la musica che là va di moda.

3 commenti:

Sebastian ha detto...

Insomma Mr.Lunastorta sono profondamente offeso!
In quell'elenco, tra Mozart e Vivaldi, dovrebbe esserci il mio nome!

Mr. Lunastorta ha detto...

Ma è un elenco di gente morta! O_O

Cmq acconsento ad inserirti solo se al prossimo concerto vieni a dirigere vestito come Mozart, parrucca compresa! Oppure se mi porti una scatola formato extralarge di palle di Mozart, che sono buooone! SLURP!

laura ha detto...

io voto per il vestito e la parrucca

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