Rieccomi a scrivere sul blog, con un po' di ritardo è vero, ma non avevo specificato in quale giorno della settimana sarei tornato!
Non so se in questo breve periodo di pausa mi sia rilassato, ma di sicuro ho fatto un cambiamento di programma. Per spiegarvi cosa è successo e cosa ciò comporti dobbiamo tornare all'ultimo weekend.
Domenica scorsa non avevo proprio niente da fare, in più faceva un caldo bestia. Era uno di quei tipici giorni in cui, nel 90% dei casi, finisci ad agonizzare sul divano straziato dalla noia con le mascelle che ti rimangono incastrate a causa degli sbadigli.
Cosa fare in un frangente simile per passare la giornata?
Prima di dirvelo facciamo un ulteriore passo indietro nel tempo. Settimana scorsa sono finalmente arrivati a casa mia i sette saggi che aspettavo da tanto tempo. Ora voi immaginerete questi vegliardi ingobbiti e con la barba grigia, dall'aspetto ascetico e vestiti con tuniche bianche, partiti dalle lontane vette del Tibet per venire a condividere con me le loro conoscenze arcane. Beh sarebbe bello, ma la realtà è più ordinaria: i sette saggi in verità erano sette libri di divulgazione scientifica che avevo ordinato tramite la Biblioteca de Le Scienze. Ultimamente la narrativa mi ha un po' stufato e così mi sono assicurato due mesi di letture un po' più impegnate.
Torniamo a domenica mattina. Non avevo niente da fare e una pila di libri nuovi da leggere sul comò. La cosa più difficile è stata scegliere da quale iniziare (ambarabacicicocò). Dopo lunghi attimi di indecisione ho optato per "La Fine del Tempo" di Julian Barbour.
Due paroline sul libro e sull'autore. Barbour è una figura abbastanza singolare nel mondo della ricerca. A differenza della stragrande maggioranza dei suoi colleghi, che dividono il proprio tempo tra studio, insegnamento e pubblicazioni pubblicazioni pubblicazioni (nel mondo della ricerca se non pubblichi sei OUT), si è dedicato alla ricerca indipendente nella tranquillità della sua tenuta dell'Oxfordshire, guadagnandosi da vivere come traduttore di articoli scientifici.
Laureato in fisica teorica, ha concentrato le sue energie nella soluzione di un unico problema: la natura del Tempo. Ne "La Fine del Tempo" (pubblicato nel 1999) fa un compendio dei suoi studi e dei risultati sorprendenti a cui è giunto. "La Fine del Tempo" è un libro abbastanza ostico per i non addetti ai lavori: un po' per i temi che tratta, un po' per l'abilità di Barbour come divulgatore che non è paragonabile a quella di grandi autori come Stephen Hawking (ma di sicuro è più comprensibile di Penrose). Non ho ancora terminato la lettura (sono a poco più di metà), quindi prima di esprimere un'opinione sul libro e sulle ricerche di Barbour aspetterò di giungere alla fine. Però posso già anticiparvi che ho trovato molti spunti interessanti di cui vi parlerò in un post appena sarò giunto alla conclusione.
Saltiamo a domenica pomeriggio. Come ho già detto la trattazione di Barbour è un po' ostica, ma finché si tratta di fisica newtoniana il problema è facilmente aggirabile. Gli ostacoli insormontabili arrivano quando si parla di teoria della relatività einsteniana, di geometrie di Minkowski e di Riemann (ancora non sono arrivato alla parte dedicata alla meccanica quantistica).
Io la teoria della relatività l'ho "studiata" al Liceo. Scrivo l'ho studiata tra virgolette perchè:
1) durante le lezioni facevo altro e avevo la pessima abitudine di sfogliare il libro il giorno prima delle interrogazioni o dei compiti in classe col risultato che all'indomani mi ero già scordato tutto (a posteriori me ne rammarico un bel po');
2) la mia prof di Fisica ci ha spiegato solo le nozioni essenziali e comunque non penso che i programmi scolastici prevedano uno studio approfondito di certi argomenti (sarebbe ora di aggiornarli: siamo nel XXI secolo e che cavolo, la relatività galileiana potrebbero insegnarla alle elementari!);
3) anche se all'epoca l'avessi imparata per bene, dopo 8 anni la ricorderei male.
Sono quindi andato alla ricerca dei libri di fisica delle superiori (prima in mansarda a rovistare invano tra gli scatoloni polverosi, a petto nudo perchè c'erano 40 gradi: sono uscito sudato e ricoperto di polvere; poi in garage dove finalmente li ho trovati incastrati in una pila alta un metro che ho dovuto smantellare e ricostruire) e mi sono messo a ri-studiare la teoria da capo. Non che i libri di fisica del Liceo siano una trattazione esaustiva, ma almeno una buona idea della relatività ristretta e qualche nozione sulla relatività allargata riescono a darla.
Sono arrivato all'ora di cena felice e con le idee decisamente più chiare. Fra la relatività ristretta e quella allargata sono riuscito anche a fare mezz'ora di esercizi col Wii Fit. Però non sono ancora soddisfatto!
Ecco allora il mio nuovo (folle) programma: terminare la lettura del libro di Barbour e poi dedicarmi, più o meno fino alla fine di agosto (periodo in cui inizierò a studiare per l'Esame di Stato), alla lettura approfondita del tomone di Roger Penrose "La strada che conduce alla realtà" che racchiude in 1000 e passa pagine lo stato della fisica moderna. Magari di tanto in tanto farò una pausa con letture più rilassanti...
Questo programma influirà certamente sugli argomenti del blog; i post che ho promesso la scorsa settimana li scriverò, ma gli argomenti generali saranno decisamente più orientati verso la scienza piuttosto che verso la letteratura. Per quando riguarda i miei progetti di scrittura creativa ho deciso di metterli semplicemente in stand-by: preferisco seguire l'ispirazione del momento! E' già successo circa quattro anni fa, ma a differenza di allora scriverò le mie opinioni ed i miei risultati nel blog invece che in un taccuino.
Chi me lo fa fare, dite?
Ho voglia di capire certe cose per cui una descrizione qualitativa è insufficiente, tutto qua. Se poi l'impresa si rivelerà superiore alle mie forze e capacità (ho dato una sfogliata al tomone e mi son venuti i sudori freddi) potrò almeno dire di averci provato. Se non dovessi lavorare per vivere mi iscriverei ad un corso di laurea in fisica, seguito da uno in neurobiologia, ma mi accontento anche di questo approccio da non addetto ai lavori! Tutto potrebbe cambiare se vincessi al Superenalotto...
Nota: da oggi gli aggiornamenti del blog non avranno una periodicità ben definita.
venerdì 10 luglio 2009
La teoria della relatività della domenica pomeriggio
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