mercoledì 11 settembre 2013

11-09-1973

C'è un altro 11 settembre oltre a quello del 2001.
Un 11 settembre altrettanto tragico e che, come il giorno in cui le Torri Gemelle di New York furono rase al suolo, andrebbe ricordato.
Quarant'anni fa, l'11 settembre 1973, il governo democraticamente eletto di Salvador Allende fu rovesciato da un colpo di stato militare. Mentre il corpo senza vita del presidente veniva condotto fuori dal palazzo di governo, il generale Augusto Pinochet prendeva il potere. Anni terribili attendevano il popolo cileno, anni sanguinosi in cui assassinio e tortura divennero pratiche comuni, in cui lo stato sociale fu spazzato via e in cui il paese precipitò in una profonda recessione.
Altri colpi di stato avrebbero squassato il continente sudamericano negli anni successivi. Essi furono gli ultimi episodi di una guerra di saccheggio iniziata il giorno in cui Cristoforo Colombo mise piede per la prima volta nelle Indie Occidentali. Studiandoli bene si trovano in essi alcuni denominatori comuni: la complicità dei servizi d'intelligence nordamericani e l'adozione delle tecniche di tortura e repressione perfezionate dalla CIA, l'approvazione nemmeno troppo tacita del Governo degli Stati Uniti e dei suoi alleati, la sistematica applicazione, nei paesi conquistati, delle dottrine economiche neoliberiste, magari dietro alla facciata della carità internazionale. Il tutto con un unico scopo: mantenere i paesi latinoamericani in uno stato di sudditanza e alla mercè delle grandi imprese del mondo capitalistico, imprese capaci di creare e distruggere re e presidenti, di finanziare rivolte di palazzo, di disporre di innumerevoli generali, ministri e James Bond e di decidere della guerra e della pace in tutte le regioni e in tutte le lingue del mondo*.
E' da decenni che gli Stati Uniti hanno vomitato la Dichiarazione d'Indipendenza e che si sono piegati senza vergogna ai dettami del capitalismo. Dunque, se devo commemorare l'11 settembre, non voglio farlo ricordando la caduta dei simboli del potere economico occidentale, ma la tragedia dei milioni che hanno sofferto e sono morti per causa di quello stesso potere, annoverando tra di essi le vittime degli attacchi suicidi di dodici anni fa.

*Eduardo Galeano, Le Vene Aperte dell'America Latina

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