giovedì 25 giugno 2009

C'è nessuno? di Jostein Gaarder - segnalazione e alcune riflessioni

Ieri sera ho letto C'è nessuno? di Jostein Gaarder.
Gaarder è uno scrittore norvegese famoso soprattutto per il suo capolavoro Il Mondo di Sofia, che è meritatamente uno dei miei libri preferiti.
C'è nessuno? è un romanzo breve che ho trovato su una bancarella qualche giorno fa (la stessa bancarella in cui io e Lady A abbiam trovato Il Libro dell'Amore di Gus e Waldo).
Spacciarlo per romanzo (anche con l'attributo "breve") è un'esagerazione bella e buona: se così fosse io potrei affermare senza dubbio alcuno di essere un romanziere, avendo scritto un'opera più lunga di questa. Ma si sa: senza spillare i soldi ai lettori gli editori non potrebbero sopravvivere (figuriamoci gli autori, i distributori e i librai), così ho pagato 11 euro per trovarmi tra le mani un racconto lungo!

Pazienza!

C'è nessuno? parla del'incontro tra un bambino terrestre (per la precisione norvegese) di nome Joakim ed un alieno di nome Mika, precipitato sulla Terra per sbaglio e finito su un albero di mele a testa in giù. La trama, striminzita e scontata, è in verità solo una scusa per parlare di filosofia e così, in un lungo scambio di domande e risposte sulle rispettive origini, Joakim e Mika finiscono per parlare dell'origine della vita nel cosmo, dell'evoluzione degli esseri viventi, della nascita, di Dio, dell'Universo e di tutto quanto... I temi sono affrontati in modo superficiale ed indirizzati a dei lettori molto giovani, non c'è nessuno spunto che ho trovato particolarmente interessante e la ricchezza che caratterizza Il Mondo di Sofia è solo un lontano ricordo; inoltre a volte non condivido il punto di vista di Gaarder, come quando egli individua una finalità e uno scopo nell'evoluzione del cosmo e della vita (tempo fa avevo promesso un post a riguardo e prima o poi lo scriverò): nonostante ciò lungi da me l'idea di gettare questo libro tra le ortiche!

C'è nessuno? ha un grande merito ed è quello di invitare le persone, ed in special modo i bambini ai quali è rivolto, a farsi domande, a non dare niente per scontato, a dedicarsi alla ricerca della Verità senza accettare dogmi o farsi ingannare da pregiudizi. Per questo lo farò leggere a mio figlio (quando la cicogna me ne porterà uno, ovviamente).

(...) "Una risposta non merita mai un inchino: per quanto intelligente e giusta ci possa sembrare, non dobbiamo mai inchinarci ad una risposta". (...) "Una risposta è il tratto di strada che ti sei lasciato alle spalle. Solo una domanda può puntare oltre". (...)
Per me è follia, ma molte persone sprecano la propria vita aggirandosi per il mondo come bestie senza mai fermarsi un attimo a guardare le stelle e a domandarsi: cosa c'è lassù? Da dove vengo? Perchè esisto?
Perchè lo fanno, mi domando. Per paura? Per pigrizia? O forse la causa si può attribuire ai valori distorti della nostra società? Io posso dirmi fortunato: i miei genitori, pur avendomi educato in un ambiente cristiano-cattolico, non mi hanno mai impedito di fare le mie scelte o cercare una mia strada e mi hanno insegnato che non sono le cose materiali quelle che contano nella vita. Il resto ho cercato di farlo da me e, anche se alle volte è difficile, nella mia esistenza cerco di non smettere mai di fare domande e sono sempre alla ricerca di qualcosa che non trovo. Sono un pazzo che vaga con una candela alla ricerca del luogo dove finiscono le stelle cadenti, ma la cosa non mi dispiace affatto. Citando Lessing:

"Non la verità, nel cui possesso un uomo è o crede di essere, costituisce il valore dell'uomo, bensì lo sforzo sincero che egli ha fatto per seguire la verità. Giacché non col possesso, bensì con la ricerca della verità si ampliano le sue forze, nel che soltanto consiste la sua crescente perfezione." (...)

Un'altra caratteristica che rende C'è nessuno? degno di lode è l'invito a riscoprire la meraviglia nelle cose comuni. Per i bambini tutto è meraviglioso, perchè ancora non conoscono niente. Ma, quando si cresce, tutto diventa banale e noioso. Niente di più sbagliato! Purtroppo a volte è difficile ricordarsi come si prova meraviglia: accendendo la televisione, ad esempio, provo qualcosa di molto simile alla nausea.

(...) "Nulla al mondo è normale. Tutto ciò che esiste è un frammento del grande enigma. Anche tu lo sei: noi siamo l'enigma che nessuno risolve". (...)
Ora, visto che fa un gran caldo e non ho intenzione di consumare energia accendendo il climatizzatore, andrò fuori a scrutare il cielo e a fare amicizia con le meravigliose zanzare!

5 minuti dopo: come non detto, è nuvoloso, tuona e pioviggina pure un po', ma anche un temporale può essere meraviglioso: forse è meglio che spenga il pc però!

10 minuti dopo: sto andando avanti a batteria. Ora spengo davvero, però voglio scrivere che amo stare in mansarda con la pioggia che ticchetta sulle tegole!

4 commenti:

Simone ha detto...

Noi siamo l'enigma che nessuno risolve è una frase da incorniciare. Anche secondo me c'è una specie di finalismo, una "roba" che ci tiene in vita chissà perché, magari senza noi direttamente al centro ma di cui certo siamo una rotella.

Simone

Anonimo ha detto...

ma che significa la frase nulla al mondo eè normale ecc...?come potrei rappresentarla

Anonimo ha detto...

devo rappresentare la frase nulla al mondo è normale ecc.come faccio aiuto!!!

Mr. Lunastorta ha detto...

Salve Anonimo,

la frase "nulla al Mondo è normale" significa che è solo l'abitudine che ci fa apparire la realtà che ci circonda come qualcosa di banale e scontato. Per un bambino non esiste niente di normale, tutto è nuovo, ma quando cresciamo il nostro modo di vedere le cose cambia.
La verità è che tutto ciò che esiste è un miracolo: il Sole, le stelle, il nostro pianeta esistono perchè quando l'Universo è nato i suoi "parametri" avevano un certo valore e non un altro: sarebbe bastata una piccola variazione in questi parametri perchè il cosmo appena nato restasse buio per l'eternità o la materia non si aggregasse mai a formare le galassie, le stelle e i pianeti. La vita è un altro grande miracolo: la scienza non è ancora riuscita a spiegare come dalla materia inerte si siano sviluppati esseri in grado di replicarsi, se la vita sia nata sulla Terra o sia venuta dal cosmo; inoltre le combinazioni che hanno permesso alla vita di evolversi sul nostro pianeta (la posizione giusta nella Galassia, la posizione giusta nel Sistema Solare, la presenza di un satellite naturale, di acqua allo stato liquido, etc...) sono stupefacenti e difficilmente ripetibili; la complessità dei viventi, il codice genetico: dai più semplici esseri unicellulari all'homo sapiens, tutte le creature viventi hanno in sé qualcosa di incredibile. E cosa dire del nostro cervello? Di ciò che siamo?

Ci sono vari tentativi scientifici di dare una spiegazione all'"anormalità" del Mondo, uno di essi è il principio antropico. Ce ne sono altri. Ma per quanto le spiegazioni scientifiche possano scavare in profondità, resta il mistero.

Questo per quanto riguarda il significato, anche se il discorso potrebbe essere ancora più lungo.

Cosa intendi invece quando dici che devi "rappresentare" la frase?

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